Caregiver Day 2014: comunicato finale

La quarta edizione del Caregiver Day realizzata dalla società cooperativa Anziani e Non Solo, con il contributo dell’Unione delle Terre d’Argine, il patrocinio dell’AUSL di Modena e della Regione Emilia Romagna e la collaborazione dell’Associazione CARER, si è conclusa sabato 31 maggio dopo quattro intense giornate, in cui si sono alternate iniziative congressuali, attività formative/ informative e momenti culturali.

Nell’edizione di quest’anno (per le precedenti edizioni vedi la sezione Caregiver Day), caregiver familiari, esperti del settore, operatori sociali e sanitari, dirigenti dei principali patronati, educatori, rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, si sono confrontati sulle tematiche riguardanti: i giovani con responsabilità di cura, l’abbigliamento per la non autosufficienza, tecnologie di supporto alla stimolazione cognitiva e alle cure domiciliari, l’integrazione del caregiver all’interno dei servizi socio-sanitari, lavoro di cura ed occupazione, riconoscimento di ruolo e politiche ragionali e nazionali a sostegno del caregiver familiare.

L’incontro conclusivo, tenutosi presso la Sala Mori, del Castello dei Pio di Carpi, ha visto la partecipazione di attori importanti del panorama politico nazionale e locale. Loredana Ligabue (nella foto con Daniela Poggi), direttore di Anziani e non solo, ha richiamato in primo luogo il lavoro effettuato nelle sessioni seminariali preparatorie e nell’ambito degli eventi culturali (il concerto di “We are not a trio”, la presentazione di Fulvio Ervas del libro “Se ti abbraccio non avere paura”, la toccante testimonianza e recital “Madre di mia madre” da parte di Daniela Poggi) che hanno caratterizzato la quattro giorni carpigiana dedicata al caregiver, consentendo di focalizzare buone pratiche e proposte di intervento per valorizzare e sostenere il familiare che si prende cura.

Tra queste, in particolare:

• riconoscimento, del ruolo sociale del caregiver e consapevolezza del valore economico che la sua attività comporta alla comunità;
• sostegno particolare ai giovani caregiver a partire dal riconoscimento di crediti formativi e supporto all’inclusione sociale e lavorativa;
• informazione sui servizi sociali e sanitari integrata, comprensibile ed accessibile e punti unici di accesso;
• formazione e aggiornamento (di caregiver e di operatori), per qualificare e sostenere il ruolo ed il coinvolgimento attivo del caregiver familiare;
• integrazione, dei servizi da un lato – in special modo quello sociale e sanitario – e della figura del caregiver come soggetto attivo nel processo di presa in carico per la definizione del percorso assistenziale e della sua realizzazione;
• conciliazione per i caregiver lavoratori in primo luogo attraverso accordi per una flessibilità oraria rispettosa degli impegni di cura;
• cooperazione e co-progettazione tra pubblico e privato per garantire una rete dei servizi flessibile e rispondente ai bisogni di sollievo e conciliazione del caregiver e di continuità assistenziale verso l’assistito;
• investimento in tecnologie a sostegno della domiciliarità e del caregiving che consentano ad esempio lo sviluppo di una rete integrata che coinvolga accudito/caregiver, figure medico-sanitarie, “centro di ascolto” in grado di fornire supporto, anche psicologico, a caregiver ed assistito…
• occupazione, il settore della cura è il solo in forte crescita in Italia ed in Europa, vanno riconosciute le competenze acquisite, favorita l’emersione, sostenuto il lavoro qualificato e regolare;
• defiscalizzazione del lavoro di cura, prendendo spunto dal modello francese di servizi alla persona e sostegno alla domiciliarità, dando la possibilità alle famiglie datrici di lavoro di cura di detrarre il costo dell’assistente familiare, sostenendo così la domanda e favorendo l’emersione del lavoro nero che in questo settore è ancora molto diffuso;
• domanda sociale come fattore di sviluppo anche in campo manifatturiero (oltre che nei servizi) come testimoniato dalla start up d’impresa che ha realizzato (come presentato nell’ambito del caregiver day) la linea di abbigliamento Vesta mirata ai bisogni di persone con perdita di autonomia o non autosufficienti.
Proposte ed indirizzi che aprono la strada ad azioni per migliorare la qualità della vita dei caregiver e delle persone da loro assistite, perseguendo percorsi innovativi su ambiti di tipo educativo/formativo, sociale, sanitario, tecnologico, lavoristico, fiscale, urbanistico…..
Dopo il saluto dell’Onorevole Edo Patriarca (nella foto con Alberto Bellelli, Loredana Ligabue e Paola Marani), membro della Commissione Politiche sociali e sanitarie della Camera, la parola è stata data alla testimonianza di una caregiver, Piera Magnatti, che ha messo in luce 3 criticità incontrate nella sua esperienza personale: (1) il mancato incrocio tra politiche sanitarie e sociali che lasciano il caregiver solo e disorientato; (2) la mancanza di una regia competente dei servizi in grado di organizzare ed orientare il caregiver durante l’iter burocratico-sociale da seguire nel corso della malattia del suo assistito; (3) il costo economico della cura che non tiene conto delle fasce più deboli della popolazione. L’intervento successivo, tenuto da Paola Marani (nella foto a destra), Consigliere dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, si è riallacciato alle  criticità sopracitate per spiegare in che modo la Legge regionale “norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare” (LR n.2/2014) miri a rispondere ad esse. Una misura legislativa che ha l’obiettivo di promuovere un welfare inclusivo, inserendo nella rete dei servizi tutte le persone/famiglie con bisogni assistenziali, anche coloro che attualmente restano tagliate fuori dai supporti messi in campo dal settore pubblico, attraverso una serie di sostegni come ad esempio: (a) interventi di formazione rivolti al caregiver, (b) riconoscimento dell’attività svolta in termini di crediti formativi per conseguire una qualifica nel settore di riferimento…… Alcuni degli aspetti salienti di questa legge, tra l’altro, sono stati ripresi nell’ambito di un importante elaborato del gruppo di lavoro sul Caregiver di Age.na.s – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari- illustrato durante il convegno da Guido Ditta, che ha spiegato i passi salienti di tale documento recentemente presentato alla Commissione interregionale per l’integrazione sociosanitaria.

Di seguito, il rappresentante nazionale della Consulta Nazionale del Terzo Settore, Enzo Costa, ha analizzato la struttura del welfare italiano, mostrando come questo nonostante dia delle risposte concrete ai cittadini in termini di servizi durante i periodi legati a infanzia, studio e lavoro; non sia però in grado di offrire soluzioni alle necessità legate all’età post-lavorativa, in cui tutto il carico assistenziale viene demandato alla famiglia. Luca Rizzo Nervo, coordinatore degli Assessori al welfare di ANCI e Lega Autonomie dell’Emilia Romagna, ha ribadito l’importanza del riconoscimento del caregiver, ottenuto grazie alla legge regge regionale che ha contribuito ad “accendere la luce su questa situazione”, nonché l’esigenza di avviare una stagione di profonda innovazione nel sistema dei servizi.

La mattinata si è conclusa con l’intervento del neo Sindaco di Carpi, Alberto Bellelli che ha sottolineato come il ripensamento dei servizi sociali in chiave di prossimità sia un passaggio importante per il cambiamento in positivo del sistema, e come questo sia stato già avviato durante il periodo post-terremoto, dove da una situazione di emergenza si è dato inizio ad un’esperienza pilota di “monitoraggio per i fragili” che ha portato all’elaborazione di una vera e propria mappatura delle fragilità del territorio. Dopo aver ribadito l’importanza di investire su una domiciliarità di qualità, maggiormente inclusiva, il neo sindaco ha lanciato tre suggestioni importanti su cui lavorare per la nuova edizione del caregiver day: (1) la promozione di politiche abitative basate su strumenti di pianificazione urbanistica che tengano conto di indici qualitativi quali antisismica, sostenibilità energetica e auto-sostenibilità della cura; (2) la creazione di un patto territoriale per il lavoro di cura qualificato e regolare; (3) la creazione di un welfare aziendale in cui vengano promossi servizi flessibili capaci di rispondere agli impegni di cura dei lavoratori caregiver.

Al termine del convegno, il caregiver day è continuato nel pomeriggio con i desk informativi di 10 associazioni locali e con laboratori aperti alla cittadinanza (arteterapia, tecniche di respirazione…) svolti all’interno del Castello dei Pio.

Alcuni scatti dell’evento

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